Frode carosello nell’agro: dalle intercettazioni la verità sulle fatture false e l’Iva evasa

Redazione

E’ stato grazie agli appostamenti, ai pedinamenti che si è riusciti a ricostruire la rete di prestanome e dei loro capintesta che si celava dietro le società cartiere pensate per la frode carosello scoperta dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Nocera Inferiore. Decisive anche le intercettazioni telefoniche, che hanno messo gli inquirenti sulla strada giusta per recuperare all’erario almeno un milione e 600mila euro di Iva evasa. Alla base del meccanismo, le classiche fatture false per operazioni inesistenti, a giustificare il transito di cifre cospicue sui conti intestati ai prestanome. Non sempre, però, le cose andavano per il verso giusto. A volte si sbagliava sulle somme da mettere a bonifico.

Tra i prestanome messi a stipendio dagli ideatori della truffa che ruotava attorno alla Fapa Trade di Roccapiemonte e ad almeno dodici ditte di cui sei con base all’estero, c’era chi si lamentava per il ritardo con cui venivano erogati i compensi: uno, addirittura, al telefono diceva di non poter festeggiare il compleanno della figlia, ricevendo in risposta un netto rifiuto: «mica sei un dipendente pubblico, non paghiamo il 27 del mese». Ma c’era anche chi velatamente minacciava gli ideatori della frode carosello, spingendo per la puntualità dei pagamenti e la regolarità delle rimesse sui conti.

Da ieri agli arresti ci sono sei persone, molte altre sono indagate. La sensazione è che l’Iva evasa con il giro di fatture false e società interposte sia molto più elevata di quella scoperta finora.

https://www.youtube.com/watch?v=5r10Lgg3t6M

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