Frode fiscale internazionale: le indagini e le misure cautelari

Redazione

A capo del sistema di dodici società cartiere pensate per attuare una frode carosello di rilievo internazionale c’era una ditta di Roccapiemonte, la Fapa Trade. La Procura di Nocera Inferiore e la Guardia di Finanza hanno cominciato a interessarsene seguendo uno dei tanti prestanome ai quali erano intestati, fittiziamente, conti correnti e società per evadere il fisco. Scrive il gip nell’ordinanza che oggi ha portato in carcere tre persone, ha messo ai domiciliari altri quattro soggetti e deciso l’obbligo di dimora per altri tre, che durante le indagini non sono stati trovati uffici, magazzini o depositi.

Che le società cartiere utilizzate per evadere il pagamento dell’Iva non facevano le dichiarazioni Irap, non avevano dipendenti e non curavano alcuna attività economica rilevante. Il solo scopo- dice il procuratore capo di Nocera Antonio Centore- era quello di emettere fatture per operazioni inesistenti, in modo che il credito dell’erario si perdesse di società in società senza poter essere riscosso. Sei i sodalizi scoperti in Italia, altri sei in Europa, tanto che c’è l’aggravante della frode transnazionale. Le imposte evase ammonterebbero ad almeno 1,6 milioni di euro, già oggetto di sequestro.

La retribuzione dei prestanome variava a seconda degli importi che transitavano per i loro conti o le società di cui risultavano titolari: veri e propri stipendi, compresi tra i 500 ed i 1500 euro mensili. Le merci acquistate dalla società capofila e dalle cartiere veniva poi rivenduta all’ingrosso a prezzi di mercato più bassi- poiché non venivano pagate le imposte- quindi generando una concorrenza sleale con altre aziende del settore saponi e detersivi.

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