Frode fiscale nei carburanti: cinque arresti e sequestri per 48 milioni

Redazione

Tutto è cominciato dai controlli fatti dalla Guardia di Finanza di Scafati su due società: la Carpas e la Strinoil, con sedi nell’agro nocerino sarnese. Ma c’è voluto poco alle fiamme gialle per capire che dietro i prezzi stracciati di decine di pompe bianche nel salernitano, in Campania ed in altre parti d’Italia, c’era una sistematica e colossale evasione dell’Iva.

Il meccanismo era ben collaudato: per non versare l’imposta, gli ideatori della frode avevano pensato a 14 società cartiere, interposte l’una con l’altra mediante accoli del debito che passavano di gruppo in gruppo senza che poi l’Iva fosse effettivamente versata all’erario. Le società, tutte fittizie e dalla vita breve, senza significativa attività economica, erano intestate a persone nullatenenti. Le società cartiere si accreditavano falsamente come esportatori abituali, con la presentazione ai fornitori di false lettere d’intento, documenti che legittimano gli acquisti senza l’addebito dell’I.V.A.

Evadendo l’Iva, il carburante era piazzato sul mercato a prezzi stracciati, in grado di alterare la concorrenza. Diciannove gli indagati in tutta Italia, di questi cinque agli arresti, come disposto dal gip del Tribunale di Napoli: si tratta dei fratelli Mario e Roberto Murolo, Giuseppe Savino, Luigi Borriello e Alberto Masullo. Quest’ultimo è considerato l’ideatore della frode, grazie al ruolo di primissimo piano ricoperto in una nota compagnia petrolifera.

I beni sequestrati ammontano ad oltre 48 milioni di euro, corrispondenti all’I.V.A. indebitamente evasa nell’arco di 4 anni. Dal 2012 al 2015 era stato acquistato e commercializzato carburante per circa 210 milioni di euro senza alcun versamento dell’I.V.A.

https://www.youtube.com/watch?v=Qo71zR8hVwQ

Leggi anche

Adblock Detected

Please support us by disabling your AdBlocker extension from your browsers for our website.