Gambizzato Ventura a Salerno: un messaggio dopo la svolta su omicidio D’Onofrio?

Redazione

Il ferimento di Vincenzo Ventura assomiglia al più classico degli avvertimenti, un messaggio chiarissimo a chi alza troppo la testa o la mette fuori dal sacco. Il luogo degli spari alle gambe- Via Capone a Salerno- e le modalità di esecuzione (quattro colpi, tutti andati a segno e solo agli arti inferiori) raccontano con un linguaggio criminale simbolico e preciso un contesto in fermento, dopo la svolta nelle indagini sull’omicidio di Ciro D’Onofrio. La certezza, o almeno la tesi dell’accusa, che a compiere quel delitto sia stato Eugenio Siniscalchi ha smosso le acque. Qualcuno, forse, si sta agitando troppo. Ed anche la storia dell’agguato all’auto su cui viaggiavano il padre di Siniscalchi, la madre e la compagna, è sintomo di una situazione che rischia di andare fuori controllo. I Siniscalchi hanno detto che a sparargli contro sarebbero stati Vincenzo Ventura ed il cugino, Carmine D’Onofrio, il figlio di Ciro, il morto ammazzato di Pastena. Un gesto plateale di rivalsa, se fosse confermato, tanto da spingere la Procura a fermare i due giovani a scopo precauzionale. Ventura ed il cugino sono tornati liberi dopo 48 ore per insufficienza di prove, ma la loro posizione è scandagliata a fondo e – a giudicare dai fatti di ieri sera- non solo da forze dell’ordine e magistratura. Alle 22, in Via Capone, Vincenzo Ventura è stato avvicinato da qualcuno che gli ha sparato alle gambe. E’ stato ferito ma non è in pericolo di vita: chi lo ha gambizzato non voleva ucciderlo, ma lanciare un messaggio. I poliziotti della Squadra Mobile lo hanno già interrogato, ma non avrebbero appurato nulla di concreto. Ventura è piantonato in Ospedale, ma è impossibile non accostare la sua storia a quella del cugino Carmine D’Onofrio ed agli sviluppi recenti sull’uccisione di Ciro D’Onofrio, due anni fa in Viale Kennedy. Sullo sfondo c’è il traffico di droga sull’asse Napoli-Salerno e la suddivisione delle piazze di spaccio tra due gruppi contrapposti. Forse, c’è anche il riassetto degli equilibri e delle gerarchie criminali a Salerno e dintorni. Ma su questo dovranno far luce le indagini.

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