Il volume delle giocate in Italia è cresciuto in 20 anni dell'800%, scandisce forte i dati in suo possesso il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Francesco CUurcio, tra i relatori del Convegno "Gambling: infiltrazioni mafiose nel gioco legale", dodicesima tappa dell'iniziativa "Antimafia itinerante", organizzata dalla Direzione nazionale Antimafia per celebrare i 30 anni della sua fondazione.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Napoli e del prefetto Russo (che ci ha tenuto a ricordare di quando, prefetto a Ravenna, emise un'interdittiva antimafia a seguito di un'operazione in territorio romagnolo) si sono alternati al microfono il Capo del II Reparto Investigazioni Giudiziarie della DIA, Lorena Di Galante; il titolare di diritto penale all'Università di Salerno, Andrea Castaldo, il Direttore della DIA Maurizio Vallone, il Direttore Generale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, Giuseppe Borrelli.
Tutti hanno convenuto sull'impressionante pervasività di questo settore dell'economia illegale, snocciolando cifre spaventose: basti pensare che il volume delle scommesse legali nel nostro Paese (che sono due volte più numerose che in Francia e Spagna, e 4 volte maggiori di quelle tedesche) è di 115 mld euro l'anno a fronte di un Pil nazionale di 1600 mld di euro.