“Fino alla fine” è il motto degli ultra’. Gianni Novella ne ha fatto uno stile di vita, un totem della sua esistenza, costellata da momenti belli e brutti, da successi da trattare con pudore, come solo i grandi sanno fare e da terribili tragedie – la morte della moglie, quella del fratello, Carmine – lutti da racchiudere nel cuore per provare ancora una volta a ripartire. “Il Paradiso può attendere”, il titolo di un film che ben rappresenta una storia di coraggio, passione, amore sviscerato per la vita, per il prossimo, per la sua Salernitana. La lotta ingaggiata contro il terribile male era già senza speranze, per lui. Il cancro lo aveva già messo alle corde. Ma un uomo d’amore e di coraggio sa come andarsi a prendere a morsi quegli ultimi attimi di vita terrena, quegli ultimi respiri, soprattutto se c’è un appuntamento già fissato con i suoi tanti amici e lui, i suoi amici, non li ha mai traditi: venerdì scorso, 14 giugno, doveva presentare il suo libro, scritto con Federica Costanzo, “Arco… baleno, e in un lampo vidi tutti i colori della mia vita”. E allora niente chemio, niente cure palliative per un paio di giorni: voleva essere lucido e portare a termine la missione. La sua ultima missione in questo mondo. Il Paradiso ha atteso, poche ore più tardi ha schiuso le sue porte per accogliere un’anima bella che lascia quaggiù una traccia da seguire, un insegnamento prezioso e il ricordo indelebile di un eterno ragazzo che ha amato ed è stato ricambiato. Da tutti. Tutti quelli che domani gli porteranno l’estremo saluto. Domani, 19 giugno, nel giorno in cui si celebra il compleanno della sua Salernitana. Mancherà proprio lui, ma, evidentemente, il Paradiso non poteva attendere oltre.
"Fino alla fine", come un ultra', ha lottato: con la forza dell'amore e della passione
Gianni, una vita che va oltre la morte
Novella si è arreso al male solo dopo aver presentato il suo romanzo autobiografico
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