Giustizia troppo lenta, le soluzioni dell’Adi

Redazione

«L’inefficienza nel sistema giustizia genera costi che non è più possibile tollerare nell’attuale congiuntura economica». Questo è il testo del messaggio che il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha inviato al convegno “Crisi della giustizia: riflessi sul sistema economico tra riforme possibili e innovazione tecnologica”, organizzato a Salerno dall’Adi (Associazione Avvocati d’ Impresa) presieduta da Rosario Manzo. E’ stato proprio l’avvocato Manzo a leggere il messaggio in apertura di questo importante appuntamento, svoltosi alla vigilia della riforma del processo civile e della introduzione del processo civile telematico che sarà adottato in via sperimentale in 14 tribunali italiani. Il presidente dell’Adi, Manzo, ha anche sottolineato che una riforma sistemica del processo civile è assolutamente necessaria, ribadendo l’urgenza della definizione di regole certe per gli operatori economici. «Penso – ha affermato Manzo – alla giustizia come infrastruttura del paese sulla quale si muovono gli operatori economici, e che nell’era della globalizzazione dei mercati diventa fondamentale indicatore della competitività del sistema Paese». A questo riguardo non si può non ricordare, come ha fatto il presidente del Tribunale di Salerno, Mastrominico, che «per la lentezza dei processi, l’Italia è al 156.mo posto su 181 paesi presi in considerazione dalla Banca Mondiale: nella graduatoria viene dopo Angola, Gabon, Guinea e Sao Tomè e precede Gibuti, Liberia, Sri Lanka e Trinidad». In Italia un processo civile dura in media 1.210 giorni; in Germania, che è al nono posto, 394 giorni. E la situazione, naturalmente, è grave in particolar modo al Sud: nel Nord Ovest una causa di lavoro dura (in primo grado) 369 giorni, al Meridione 1031. Nel 2008 sono costati più 32 milioni di euro all’erario dello Stato i risarcimenti ai cittadini per la lentezza dei processi, in base alla legge Pinto. Napoli conduce la classifica dei tribunali più lenti: 11 mila le richieste di indennizzo. Segue Roma con 3992, Potenza con 2149, Venezia con 1474, poi Salerno e Firenze con 1100. E l’informatizzazione non basta, soprattutto se non ci sono tecnici preparati. Anzi, può diventare un boomerang, ma al momento sembra l’unica via d’uscita per snellire le procedure e accorciare i tempi della giustizia.

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