Legambiente la chiama “mala depurazione”. Insieme ai rifiuti è in testa ai nemici del mare. Ancora una volta la Campania è maglia nera livello nazionale, con oltre 1300 illeciti sul fronte degli scarichi e del mare inquinato con un picco del 43% in più rispetto allo scorso anno. Su 31 punti monitorati da Goletta Verde di Legambiente, il 64% è risultato inquinato. E ci sono anche record assoluti, nonostante esposti e controlli : è il caso dell’inquinamento ormai cronico alla foce del fiume Irno a Salerno, del fiume Sarno tra Castellammare e Torre Annunziata, della foce dei Regi Lagni a Castelvolturno, della foce del canale di Licola a Pozzuoli e della foce del torrente Asa a Pontecagnano, “fortemente inquinati” per il nono anno consecutivo. Su trentuno punti monitorati ben venti presentavano cariche batteriche elevate. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli). Legambiente segnala di aver presentato esposti alle Capitanerie di Porto per nove località, tra cui le foci del Sarno, dell’Irno, del Picentino tra Salerno e Pontecagnano Faiano; del Tusciano a Battipaglia; del Rio Arena tra Castellabate e Montecorice e del fiume Bussento a Policastro Bussentino. Non va meglio, infine, sul fronte dell’informazione ai cittadini. La cartellonistica, obbligatoria da anni, è praticamente assente. A ciò si aggiunge la presenza di rifiuti – da plastica a materiali ingombranti -riscontrati in oltre il 90% dei punti monitorati lungo la costa campana. E gli scarichi non depurati sono i peggiori nemici del turismo. La Campania- denuncia Legambiente- risulta la peggiore a livello nazionale per numero di infrazioni. Spiega Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania, che «è necessario affrontare con decisione il problema della mancata depurazione per una Regione che nella risorsa turistico ricreativa connessa al mare fonda importanti opportunità produttive e lavorative».
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