L’aggressione di due notti fa in vicolo degli Amalfitani ha riportato d’attualità il tema delle videocamere lungo le strade commerciali o nel centro storico per rispondere alla crescente domanda di sicurezza. Attualmente in città sono in funzione quelle installate (dal 2006) ad alcuni varchi della zona a traffico limitato nel cuore della città. Entro l’estate dovrebbero venire attivate quelle in via Mazza e via Dogana regia, vicolo Pietra del pesce e via Porta Catena. Per non parlare di quelle installate da banche, esercizi commerciali ed uffici di vario genere per difendere ingressi e strade. Attualmente in Italia ne sono in funzione 1.300mila per ridurre rapine e furti, dimezzare le aggressioni e le violenze ed eventualmente stroncare il terrorismo… Ma la rinuncia alla privacy, implicita nella diffusione smodata del metodo, è davvero compensata da una maggiore sicurezza? Le considerazioni da fare sono due: rispetto alla sicurezza vale l’esempio di Roma dove 3 mila apparecchi a circuito chiuso controllano cento piazze e monumenti, uno sforzo che non ha bloccato negli scorsi mesi il vandalo ‘futurista’ che prima ha colorato di rosso la fontana di Trevi e poi ha fatto scivolare migliaia di palline colorate lungo la scalinata di Trinità dei Monti. Però, c’è da dire che la telecamera l’ha immortalato e i carabinieri sono riusciti a identificare l’attentatore. Ed è sempre una telecamera ad aver smontato l’alibi di Amanda Knox nel caso dell’omicidio di Perugia. Quindi pur non avendo valore deterrente gli occhi elettronici possono avere un ruolo nella repressione. In seconda battuta vale la pena segnalare quanto da due anni a questa parte sta accadendo nella parte est di Londra dove le telecamere riprendono la quotidianità delle vie del quartiere di Shoreditch, nella periferia est della capitale britannica. Trasmessa in tv, dall’emittente locale CCTV, questa diretta riscuote più successo del Grande fratello: 27 per cento di share contro il 24 del principe del reality show. A compiere il miracolo è stato un mix di vouyerismo, curiosità e affezione al luogo in cui si vive. Oltre al bisogno di sentirsi tranquilli. L’unico problema sembra essere la bassa risoluzione delle immagini che impedisce di riconoscere i volti delle persone riprese. Un risultato ottimo dal punto di vista della privacy ma che non soddisfa l’urgenza di sicurezza degli spettatori. Si deve aggiungere che non un solo residente ha protestato contro l’invasione delle telecamere nella quotidianità e che dall’inizio del programma, le denunce per atti di vandalismo sarebbero aumentate del 200 per cento, quelle sui graffitari addirittura del 600 per cento.
Grande fratello, grande sicurezza?
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