“Intra peritura vivimus”, diceva Seneca ricordandoci la transitorietà di tutto ciò che ci circonda. “Viviamo senza conoscere il nostro domani”, ha detto il parroco della Chiesa del Gesù Redentore, piena fino all’orlo, all’inizio della celebrazione della messa del funerale di Gianluca Chiaiese, il fisioterapista trentaseienne morto in un incidente stradale lunedì notte. Una riflessione che assume un significato vieppiù denso quando a morire è un uomo giovane come lui. Una fine tragica, uno strappo repentino, un dolore infinito per la moglie, le figlie (di 9 e 5 anni), i genitori, i fratelli, gli amici e tutti quelli che lo hanno conosciuto, come uomo e come professionista. dentro e fuori dalla chiesa, una folla commossa ha seguito la lettura del libro della sapienza (Le anime dei giusti, sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà), il Vangelo ed i messaggi degli amici e della moglie Feliciana: «Chiunque ti ha incrociato nella sua vita ha avuto modo di provare la tua bontà, la tua disponibilità e soprattutto il tuo sorriso. Io, le tue figlie, la tua famiglia e i tuoi amici, tutti abbiamo sentito il tuo amore pieno di slancio, di allegria, di voglia di vita. Nella tua vita ha affrontato tutto con fierezza, entusiasmo, con progetti ogni giorno diversi e senza limiti. Ogni giorno un sogno nuovo: in questo modo la tua vita è stata comunque da sogno… Sei con noi: grazie per averci regalato la tua vita». Al termine del rito, la bara su ciui assieme alla foto c’era la sciarpa della salernitana, è uscita dalla chiesa sulle note di “Love of my life”, mentre una volta uscita sul sagrato dagli altoparlanti è stata diffusa “Abbracciame” di Andrea Sannino, e tutti, proprio tutti, l’hanno cantata.
Viviamo senza conoscere il nostro domani", ha detto il parroco della Chiesa del Gesù Redentore, piena fino all'orlo
“Grazie per la tua vita”, l’ultimo saluto a Gianluca
La bara su ciui assieme alla foto c'era la sciarpa della salernitana, è uscita dalla chiesa sulle note di "Love of my life" e "Abbracciame"
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