Rimane in carcere perché, ad avviso del gip, “potrebbe ancora uccidere” Mario Eutizia , il 48enne badante napoletano autoaccusatosi di quattro omicidi di anziani gravemente malati da lui assistiti negli ultimi dieci anni (tra cui il 96enne Gerardo Chintemi , morto a Vibonati nel marzo di quest’anno), ai quali avrebbe somministrato dosi letali di sedativi e antodolorifici per “farli smettere di soffrire”.
Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere al termine dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura il 22 agosto scorso, dopo che Eutizia aveva confessato le sue responsabilità. Il giudice, inoltre, si è dichiarata incompetente per motivi territoriali e ha disposto la trasmissione degli atti al tribunale di Latina, dove è avvenuto il primo delitto.
Nell’ordinanza emerge tra l’altro il botta e risposta tra Eutizia e il pm di Santa Maria Capua Vetere circa il motivo della confessione. “Voglio fermarmi” dice il 48enne; “ma lei lo sa che può prendere l’ergastolo, e nonostante tutto vuole essere aiutato?”, replica il pm. “Sì, ho paura per le altre persone”, insiste Eutizia. “Tanto quanto posso vivere con quello che ho, un anno e mezzo, due. Ma io non ce la facevo più”.
Nelle prossime ore i legali del badante napoletano decideranno se rivolgersi o meno al Riesame per ottenere un’attenuazione delle misure cautelari. riproduzione riservata