Undici anni per vedersi corrispondere il risarcimento

Il caso di Arianna Manzo si avvia alle battute finali

il DG del “Cardarelli” ha deliberato la liquidazione di 1 milione e 500 mila euro, metà dei tre milioni comminati dal giudice
Francesca Salemme

Ci sono voluti undici anni dal giorno in cui la famiglia Manzo citò in giudizio i sanitari dell'Asl Salerno (di cui allora faceva parte l'ospedale "Santa Maria Incoronata dell'Olmo" di Cava), e dell'Azienda Ospedaliera "Antonio Cardarelli" di Napoli per le condotte mediche che hanno reso Arianna tetraplegica, sorda e ipovedente.

La piccola venne ricoverata prima a Cava de' Tirreni e poi a Napoli per una bronchiolite quando aveva tre mesi, ma a seguito della somministrazione prolungata, per due settimane, di un anestetico non adatto alla sua età ha riportato danni a livello motorio e neurologico.

La citazione è datata 9 marzo 2011, e proprio mercoledì scorso, il 9 marzo 2022, il direttore generale del "Cardarelli", Giuseppe Longo, ha deliberato la liquidazione, a titolo provvisionale, di 1 milione e 500 mila euro, la metà dei 3 milioni comminati nel 2019 dai giudici della seconda sezione del Tribunale di Salerno, che servirà «a garantire nell'immediato – come spiega lo stesso direttore generale Longo a margine della delibera di liquidazione – tutte le cure e i relativi percorsi assistenziali per il benessere di Arianna Manzo».

«Aspettiamo di vedere se è vero – dichiara il padre della ragazza, Eugenio Manzo – qua ogni giorno c'è una novità». L'atto, infatti, arriva a cinque mesi da quella che doveva essere una transazione extragiudiziale tra le parti, frenata dall'Asl di Salerno – indisponibile a transare – coinvolta, anche se in misura minore, nella causa.

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