Sarà la magistratura a stabilire se vi siano state irregolarità nella procedura che ha portato alla realizzazione dell’impianto di compostaggio e nella successiva gestione affidata alla ditta Daneco, da cui il Comune di Salerno tempo fa ha preso le distanze rescindendo il contratto ed affidando la struttura alla Salerno Pulita. Le accuse lanciate dall’ex assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano sono pesanti. Nel 2013, quando a palazzo Santa Lucia governava il centrodestra, l’assessore Romano sedeva accanto al presidente della giunta, Stefano Caldoro. La sfilza di anomalie che oggi fanno parte di un dossier-denuncia finito sul tavolo dell’Autorità Anticorruzione e della magistratura, fissa l’inizio di tutto nel 2012: lo stesso ex assessore Romano fa risalire a quella data i primi sospetti e le prime denunce. Eppure l’anno successivo, esattamente il 3 gennaio del 2013, accade che l’allora ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca decida di venire in Campania, a Salerno, per visitare l’impianto di compostaggio. Al suo fianco, oltre all’allora sindaco Vincenzo De Luca, c’era proprio il presidente della Regione dell’epoca, Stefano Caldoro. Facendo una semplice ricerca su internet, troviamo il resoconto che la stessa Regione Campania fece di quella giornata a Salerno. Per l’ex assessore Romano il compostaggio era già un caso strano, eppure il presidente della giunta di cui faceva parte esprimava «soddisfazione», sottolineando il giudizio positivo riservato dall’Europa alla Campania. «Giudizio che attesta – spiegava Caldoro nel 2013 – la buona riuscita di un intervento, dimostrando la qualità della spesa». Sulla stessa linea l’allora ministro Barca, che precisò come l’impianto di Salerno rappresentasse un esempio positivo di investimento. «Del resto – sottolineava il ministro allora – l’80% delle risorse spese è andata a buon fine, sfatando così l’idea che investire al Sud significhi sprecare soldi». Ci spieghino, a questo punto, qual è la versione giusta. Chi ha ragione? Gli accusatori di oggi o gli entusiasti di allora, nel caso di Romano e Caldoro appartenenti allo stesso schieramento politico. Ciò non toglie che, se anomalie sono emerse nel frattempo, queste vanno individuate e perseguite. Eppure l’Unione Europea- quattro anni fa- premiò l’impianto di compostaggio della frazione organica dei rifiuti del Comune di Salerno per l’alta qualità progettuale ed operativa. Un riconoscimento ufficiale consegnato dall’allora ministro Fabrizio Barca, in visita alla struttura insieme al presidente dell’epoca della Regione Campania, Stefano Caldoro, (il quale non appariva scandalizzato della cosa). Anzi, nei resconti di quella visita, si sosteneva quanto segue: «l’impianto di compostaggio di Salerno è considerato tra i migliori d’Europa per la capacità di ricavare compost utilizzabile come concime partendo dai rifiuti solidi urbani». E’ evidente che se irregolarità ci sono state, a prendere una cantonata sono stati tutti: a sinistra, a destra e al centro.
Il compostaggio a Salerno, dalle stelle alle stalle. Ma…
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