Lunghe code di cittadini a caccia del "vaccino last minute" e l'attesa diventa assembramento

Il diritto (di precedenza) e il dovere

Sarebbe bene cedere il passo alle persone maggiormente esposte a rischi
Ivano Montano

Nel diritto di precedenza, c'è anche un dovere: quello di concederla, quella precedenza, a chi ne ha più bisogno. Come quando in auto accostiamo per far passare un'ambulanza, è semplicemente un atto di civiltà, solidarietà e buon senso. Ecco perché andrebbe regolamentato, in via definitiva, il capitolo "riservisti", i cosiddetti panchinari del vaccino che si mettono in coda presso i centri vaccinali nel caso in cui dovessero avanzare dosi. Questo, per due buoni motivi: innanzitutto, per dare la possibilità di proteggersi dal rischio di contagio prima a quei cittadini che, pur soffrendo di patologie più o meno gravi, non rientrano nella categoria "fragili" e poi per evitare assembramenti che, di questi tempi, col virus che continua a correre, potrebbero trasformarsi in cluster.

La "lista dei disponibili" da stilare in base alle condizioni di salute dei singoli volontari è l'unica alternativa alla confusione che si sta generando in questi giorni. Il cammino verso l'immunità di gregge è piuttosto lungo ed ha i suoi step, dettati dalle priorità: del tutto inutile mettersi in fila per avanzare richiesta di vaccinazione se si gode di ottima salute, meglio procedere per gradi, lasciando il passo ai più deboli. I vaccini stanno arrivando, ne arriveranno, prima o poi ogni cittadino della Campania avrà il suo, che sia Pfizer piuttosto che Astrazeneca, Moderna o Jhonson&Jhonson. L'importante è mantenere la calma e tenere la barra dritta in quanto alle buone norme da rispettare, mascherina, distanziamento, cura ossessiva dell'igiene.

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