Un conto alla rovescia macabro e che crea un’infinita sofferenza ai genitori di Marzia Capezzuti, i quali attendono di sapere se quei resti ritrovati nella giornata di lunedì nel casolare abbandonato nei boschi tra Pontecagnano e Montecorvino, appartengano o meno alla figlia scomparsa mesi fa. Il papà della ragazza, Ciro, ieri sera, a Chi l’ha visto, ha ammesso di volere giustizia, non vendetta. I genitori di Marzia sperano ancora che quel corpo non appartenga alla loro figlia. Gli esiti del test del dna, ordinato dalla Procura, non sono ancora noti. Intanto, nei pressi dell’abitazione, nella periferia di Pontecagnano, in cui viveva la ragazza, presso i familiari dell’ex fidanzato morto nel 2019, al momento tutto tace. Ci sono testimoni che continuano a riferire dei presunti maltrattamenti subiti in quella casa dalla ragazza. Si indaga per omicidio e occultamento di cadavere e nel registro degli indagati sono stati iscritti in cinque. Tre di questi sono, appunto, i familiari dell’ex fidanzato di Marzia, e due loro amici che, secondo gli investigatori, però, avrebbero un ruolo marginale. Com’è noto, inoltre, e come emerge dai documenti della banca, il conto della ragazza, che percepisce la pensione di invalidità dell’INPS, è stato svuotato nei mesi successivi alla sua scomparsa avvenuta tra il 7 e l’8 marzo scorsi. Il corpo ritrovato in queste ore, su cui sono appunto in corso gli esami per effettuare il riconoscimento, è stato rinvenuto in un casolare a circa sei chilometri di distanza dalla casa in cui Marzia viveva e si trova tra Faiano e Santa Tecla. Il cadavere era in un rudere abbandonato, finito ora sotto sequestro. La famiglia proprietaria del casolare e del terreno circostante era all’oscuro di tutto, come dichiarato da uno dei suoi componenti ieri a Chi l’Ha visto. Le indagini, intanto, proseguono e si attendono i risultati dell’esame del dna per chiudere il cerchio.
Il giallo di Marzia, papà Ciro: «Chiediamo giustizia»
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