Sono stati incastrati da un video girato da una delle vittime

Il giro di usura dei Marandino e la paura delle vittime

Giovanni ed Emanuell Marandino, arrestati per un giro d’usura vertiginoso
Girolamo Budetti

Sono stati incastrati da un video girato da una delle vittime, Giovanni ed Emanuell Marandino, arrestati per un giro d'usura vertiginoso.

Giovanni Marandino evita il carcere ma solo per un certificato medico che ne attesta una patologia. E' piantonato in una casa di cura, ma il gip Scermino del Tribunale di Salerno ne aveva condiviso la detenzione dietro le sbarre, nonostante fosse ultraottantenne. Troppo pericoloso, zio Ninuccio, come lo chiamano in tanti. E non solo per la propensione agli affari criminali, ma anche per la capacità di incutere timore nei suoi interlocutori. Un potere più che evocativo, rispetto ai suoi legami con la Nco di Raffaele Cutolo: chi gli stava di fronte – secondo gli inquirenti – percepiva il potere concreto di Marandino ed il pericolo reale di trovarsi di fronte un uomo di camorra. Non a casa Marandino per quell'affiliazione è già stato condannato in via definitiva.

In questo contesto va rimarcato il coraggio di chi ha registrato gli incontri con Giovanni Marandino e suo figlio Emanuell permettendo alla Guardia di Finanza e alla Procura di Salerno di avere prove decisive del giro d'usura che aveva come base la villa di famiglia a Capaccio Paestum. Quello stesso coraggio che non hanno avuto altre vittime dello strozzinaggio, che anzi hanno negato agli inquirenti i prestiti a tassi usurari, arrendendosi solo all'evidenza dei fatti, quando finanzieri e magistrati gli hanno mostrato un quadro probatorio inoppugnabile.

Emanuell Marandino, da ieri ai domiciliari con braccialetto, spesso si sostituiva all'anziano padre per riscuotere le rate dei prestiti. E quando le vittime non erano puntuali, il vecchio boss minacciava velatamente ed apertamente. Al punto che uno degli imprenditori taglieggiati pensò di scappare al Nord facendo perdere le proprie tracce: il figlio ne denunciò la scomparsa, conoscendo le difficoltà, convincendolo a tornare indietro nonostante la paura.

L'accusa per i Marandino è di usura e di esercizio abusivo di attività finanziaria. I tassi di interesse arrivavano anche al 30% su base mensile ed il guadagno – moltiplicandosi – poteva arrivare anche ai 90mila euro per ogni 100mila prestati. Ad aiutare i Marandino c'era una rete di altre persone, otto in totale, che si occupavano di assegni e cifre da far girare. Sono tutti sotto indagine.

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