Un passo avanti e due indietro non è una coreografia da “Ballando con le stelle” ma l’irritante incedere di una Salernitana che rischia seriamente di precipitare dalle stelle alle stalle, ovvero nella polvere della terza serie. La squadra ha tristemente confermato di aver paura di perdere, dopo la prova a fior di nervi fornita contro il Grosseto. Ma con l’Ancona non c’era alcun conto da regolare, sportivamente parlando, e questo è bastato e avanzato per ritrasformare in pecorelle smarrite i leoni visti all’opera sabato scorso. Era, dunque, più fuoco di paglia che sacro fuoco. Una squadra prigioniera degli errori di mercato e di un allenatore fortemente voluto e poi rivoluto ma che la piazza non vuole più. Un allenatore che resta in panchina malgrado tutto, perché la dirigenza si è appena affrettata a concedergli fiducia illimitata. Avanti con Castori, nella speranza che si vada avanti, o se vogliamo su, in classifica. Nota a margine, improntata alla scaramanzia che nel calcio è quasi scienza esatta: ieri era martedì – giorno in cui per vocazione è meglio non dar principio all’arte – per giunta 17. Un giorno infausto in cui la Salernitana ha perso la partita e non ha vinto il cavalluccio, dopo l’ennesimo tentativo da parte di Lombardi. Conviene non badare alle leggi di Murphy e guardare con ottimismo al futuro: tra cavalluccio e salvezza, c’è una storia e un futuro ancora da conquistare. Tutti assieme.
Il martedì nero dei granata
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