Mattia Carbone torna in radiologia al Ruggi. Il primario ha incassato la pronuncia favorevole del Riesame, che lo riconosce estraneo agli addebiti formulati dal pm su una presunta storia di abusi.
Il tribunale del Riesame revoca la misura interdittiva della sospensione dalla professione medica a Mattia Carbone, il primario di radiologia dell'Ospedale Ruggi finito al centro di accuse per molestie dopo la denuncia di una paziente, che ha sostenuto d'essere stata palpeggiata durante una vista.
Carbone, che non metteva piede nel suo reparto dallo scorso mese di giugno, ha potuto farvi ritorno pur sapendo che la vicenda giudiziaria non si estingue con la vittoria del ricorso al Tribunale del Riesame. Certo si tratta di un passaggio importante, che riconosce l'estraneità ai fatti e agli addebiti del primario di radiologia, ma ragionevolmente ci sarà un seguito, che Carbone si dice pronto ad affrontare, con piena fiducia nella giustizia.
Nel merito, la pronuncia del collegio presieduto dal giudice Sgroia smonta la tesi accusatoria rilevando la carenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari: di qui la decisione di annullare l'interdizione dalla professione medica che doveva durare un anno.
Tutto è partito dalla segnalazione fatta alla Polizia da una donna che denunciava presunti abusi nel corso di un accertamento medico, effettuato da Carbone a margine di una visita nell'autunno di un anno fa. I legali del primario di radiologia hanno saputo dimostrare, con un tutorial di un esame ecografico spiegato da un consulente di parte, la bontà dell'esame alla mammella per verificare la presenza di linfonodi. La Procura, invece, riteneva che la paziente fosse stata costretta a subire abusi celati da manovre. Manovre che, secondo il Riesame, erano attinenti al protocollo medico da seguire per esami specialistici di quel tipo.