Il Tribunale di Salerno “piccona” la legge 40

Redazione

Con una sentenza “storica” il tribunale di Salerno ieri ha autorizzato una coppia fertile ma portatrice di una malattia genetica, l’Atrofia Muscolare Spinale di tipo 1 che causa la paralisi di tutta la muscolatura scheletrica e che nel 2003 ha fatto morire la loro bambina di appena 7 mesi, ad utilizzare la selezione embrionale per far nascere un figlio sano. Una spallata ai principi cardine della legge 40 sulla fecondazione artificiale. Non la prima, in verità. Ad aprile 2009, la Consulta ne aveva dichiarato la parziale illegittimità. Ora, i giudici civili concedono di diritto di accedere alla provetta anche a chi non è sterile, diversamente dal dettato del testo normativo del 2004. La decisione è stata assunta ieri dal giudice Antonio Scarpa dopo che la coppia si era rivolta a lui per avere la possibilità di ottenere quello che la legge 40 sulla fecondazione assistita le negava. Adesso, dopo il sì del tribunale, ha il via libera di utilizzare la diagnosi pre-impianto per selezionare un embrione sano e mettere al mondo un figlio che non abbia le stesse malformazioni genetiche sue e del marito (la coppia dopo tre aborti è riuscita ad avere un figlio sano nel 2005). Il caso salernitano, comunque non è isolato. Già nel luglio scorso c’era stato il precedente di una coppia fiorentina cui il tribunale di Bologna aveva concesso la possibilità di selezionare l’embrione sano dopo aver avuto un primo figlio colpito da distrofia di Duchenne, trasmessa dalla madre. In quel caso però l’avvocato ricorrente aveva invocato la sterilità idiopatica. Ipotesi che nel caso salernitano non è stata contemplata. Plaudono alla decisione del tribunale salernitano tutte le coppie portatrici di malattie genetiche che potranno far nascere dei bambini sani ed evitare inutili e dolorosi aborti. In Italia il 4% della popolazione è portatore di fibrosi cistica e in alcune regioni come Sardegna e Sicilia la metà delle coppie è portatrice sana di talassemia.

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