La segnalazione è contenuta in una nota diffusa dalla Rsu aziendale e dalla Cgil fp sanità.
In questi giorni il Ruggi vive una drammatica carenza di sangue che rende difficile garantire nei tempi previsti tutti gli interventi chirurgici. In difficoltà anche il supporto trasfusionale ai reparti di degenza. La crisi è aggravata dalla sospensione delle raccolte sul territorio che equipe ospedaliere hanno garantito fino a dicembre 2018 (nonostante gli ultimi due mesi non siano stati retribuiti), mediante un’attività progettuale che si svolge oltre il normale orario di servizio.
Non avendo una propria autosufficienza nella disponibilità di sangue, l’azienda è costretta a rifornirsi presso altre aziende della Regione. Con esborsi economici di gran lunga superiori al costo del progetto e con la concreta difficoltà di trovare la disponibilità di quantità sufficienti. Inoltre, il mancato approvvigionamento autonomo di sangue si riflette anche sull’impossibilità di garantire a prodotti come i pool piastrinici, indispensabili per alcune gravi patologie. Oltre che sull’aumento dei costi che l’azienda dovrà affrontare per rifornirsi di alcuni prodotti farmacologici. Attualmente sono ceduti dalle aziende farmaceutiche a titolo di compensazione per il plasma che il Ruggi fornisce loro.
Nonostante le numerose sollecitazioni, non vi è alcuna manifestazione chiara della volontà dell’azienda di retribuire l’attività già svolta e di rinnovare il progetto per l’autosufficienza del sangue.
La CGIL intende invitare la Direzione aziendale ad assumere decisioni chiare, coraggiose e lungimiranti.