Secondo il colonnello Mambor dei Ros, il boss Antonio Pignataro si teneva in stretto contatto con esponenti politici nocerini per condizionare scelte politiche di quell’amministrazione. E’ quanto emerso durante una deposizione nell’ambito del processo “Un’altra storia”. Il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, tentò in tutti i modi di respingere le pressioni del consigliere comunale Carlo Bianco, in parte riuscendovi. Il primo cittadino si insospettì per l’insistenza di Bianco su quel progetto per la realizzazione di una casa famiglia con mensa a Montevescovado.
Un progetto, hanno appurato poi le indagini, cui teneva molto anche l’ex boss affiliato alla Nuova Famiglia, Antonio Pignataro, intercettato nell’inchiesta denominata “Un’altra storia” mentre ha contatti con lo stesso Bianco e per tramite con Ciro Eboli, aspirante consigliere comunale a Nocera. La tesi dell’accusa, confermata in udienza al processo da una deposizione del col. Mambor dei Carabinieri del Ros, è che Bianco volesse utilizzare il via libera al progetto per la casa famiglia come strumento per scambiare voti con Pignataro e persone in grado di garantirgli consensi per le amministrative di Nocera.
Eboli, dal canto suo, aveva ambizioni da consigliere, tanto da chiedere una candidatura, che poi gli fu negata. Un intreccio sul quale gli inquirenti hanno fatto luce capendo che il sindaco Manlio Torquato nutriva dei sospetti, tanto da mettere alla porta più volte Bianco per le sue insistenze sulla delibera di giunta per la casa famiglia.
E negandogli l’assenso ad un colloquio con il Vescovo di Nocera Mons. Giudice, che Bianco avrebbe voluto incontrare per cogliere l’interesse della Chiesa locale alla costruzione del centro di Montevescovado. Dei movimenti di Bianco, Eboli e del boss Pignataro costantemente informato della situazione pare fosse al corrente anche l’ex vicensindaco Cesarano, finito anche lui agli arresti. Ma questo ruolo sarà meso a fuoco nelle udienze a venire.