Entra in vigore alle 23 di stasera l'ordinanza che vieta gli spostamenti notturni e di fatto limita le attività di ristorazione. In Campania dieci giorni di tempo per valutare un lockdown generale nelle zone a più alta incidenza di casi. Sospese le decisioni sulla riapertura delle scuole.
Cosa prevede l'ordinanza
Scatta stasera – e sarà valido fino al 13 novembre – l'obbligo di chiusura di tutte le attività commerciali, sociali e ricreative dalle ore 23.00 alle ore 5.00 del giorno successivo. Lo dispone l'ormai celebre ordinanza numero 83 firmata dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Anche «gli avventori (…) sono tenuti a rientrare al proprio domicilio, dimora o residenza entro le 23,30» – si legge nel testo – e durante il coprifuoco notturno «sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o d'urgenza ovvero motivi di salute. È sempre consentito il rientro al proprio domicilio, dimora o residenza dal luogo di lavoro».
Ovviamente è confermato il divieto di mobilità interprovinciale, salvo che per motivi urgenti da autocertificare, ma la disposizione non si applica ai cittadini abitualmente residenti o domiciliati in altre Regioni, né al transito necessario allo spostamento dei cittadini campani verso altre regioni italiane o straniere. La misura- spiega l'ordinanza- è finalizzata ad impedire la diffusione del virus da aree a maggiore intensità di contagio a zone nelle quali ad oggi la situazione è di minore gravità.
Il rischio lockdown generale
Gli ultimi dati disponibili sui contagi raccontano di una lieve flessione dei casi positivi, cui s'accompagna – però- un numero inferiore di tamponi eseguiti. In Campania aleggia lo spettro di una chiusura generale e le strutture sanitarie ed ospedaliere sono in sofferenza, per posti letto di degenza ordinaria e per posti di terapia intensiva disponibili. Per scongiurare il lockdown campano saranno decisivi i prossimi dieci giorni: per il ministero della Salute se in questo lasso di tempo l'indice di diffusione dei contagi non dovesse calare si potrebbe prendere in considerazione la chiusura di zone urbane e metropolitane a maggior incidenza di casi.
Anche per la scuola è tutto sospeso: la decisione di riaprire lunedì anche le primarie è vincolata all'andamento della curva dei contagi, ma i dati attuali non fanno propendere all'ottimismo, nonostante la richiesta esplicita fatta dalla ministra dell'Istruzione Azzolina di tenere aperti gli istituti scolastici.