Valzer di nomi per il ruolo di Ds, ora c'è Maiorino in pole

In vino veritas: Iervolino, i tentennamenti e le passioni

Il trionfo della forma sulla sostanza
Antonio Esposito

Al peggio non c’è mai fine. Dopo una stagione disastrosa, la parola d’ordine doveva essere una sola: rilancio. Un messaggio che Danilo Iervolino avrebbe dovuto proclamare con fermezza, chiudendo la porta in faccia a fondi e avventurieri. Invece, oggi, sulle macerie della retrocessione, manca un vero e concreto progetto di rilancio. Un progetto che sarebbe dovuto essere presentato alla città subito dopo il 26 aprile, giorno della retrocessione aritmetica, per rispondere a una tifoseria delusa dalla Salernitana, reduce dalla peggior stagione della sua storia per punti totalizzati.

Le settimane sono scivolate via senza un piano chiaro, perdendo l’opportunità di programmare con largo anticipo la stagione del rilancio in Serie B. I proclami dei portavoce, che continuano a ripetere “stanno lavorando per voi”, non convincono più nessuno, così come non convincono i tentennamenti di Iervolino, diviso tra il restare e il vendere la società.

La ripartenza è affidata a Maurizio Milan, considerato un ottimo manager ma corresponsabile del fallimento della stagione. Milan non poteva non essere a conoscenza delle problematiche interne alla società, eppure oggi viene esaltato come se fosse immune da colpe, accostato a figure come Marotta, Eisenhower e Churchill.

Nel frattempo, la Salernitana è ancora senza direttore sportivo. Nomi come Angelozzi, Petrachi, Maiorino, Polito, Rinaudo e Foggia vengono menzionati, ma nessuna decisione concreta è stata presa. Stesso discorso per l’allenatore.

Iervolino, in una lunga intervista a “Il Mattino”, non ha parlato della Salernitana, ma della sua passione per il vino. Il presidente ha comunicato ai lettori di possedere duemila bottiglie in cantina e ha espresso la sua preferenza per i Super Tuscan, definendoli rivoluzionari e irresistibili. Sorprendentemente, ha ammesso di bere il vino rosso freddo per apprezzare meglio la parte tannica.

Questa intervista dipinge un quadro di Iervolino come un anticonformista visionario, lontano dalle promesse non mantenute fatte ai tifosi di Salerno: dall’app per i biglietti, mai realizzata, all’academy per il settore giovanile, ai laboratori per migliorare le performance calcistiche, fino all’hub di valori e al dialogo continuo con la tifoseria, tutti rimasti sulla carta.

Come sottolinea Marco Giannatiempo su “E’ solo Pallone” su Facebook, questo è il trionfo della forma sulla sostanza. In vino veritas, nel vino è la verità, recita un proverbio latino. Chissà che un Iervolino, riveduto e corretto, non ci dica quanto prima che fine farà la Salernitana.

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