"E' in questo buio pesto dovuto alla pandemia che quasi legiferando, abbiamo provato a ridisegnare il nostro ruolo…".
Così Iside Russo, presidente della Corte d'Appello di Salerno, alla quale è spettato oggi il compito di inaugurare l'anno giudiziario nella cittadella giudiziaria chiusa alla partecipazione del pubblico ed in diretta su Radio Radicale nel corso di una cerimonia – più breve e snella – che dà il senso del surreale anno covid che abbiamo alle spalle.
Dopo un'ampia panoramica, procura per procura degli effetti della pandemia su tutta la macchina della giustizia in provincia di Salerno, che ha visto le difficoltà e l'accelerazione di una serie di pratiche legate al passaggio al digitale, la presidente Russo si è soffermata sui benefici del trasferimento completato all'interno della cittadella giudiziaria di Salerno: "La situazione trovata nel gennaio 2016 vedeva 11 uffici giudiziari sparpagliati nel capoluogo, oggi sono appena tre. La nuova organizzazione degli ambienti di lavoro è stata fondamentale per garantire in presenza delle condizioni di sicurezza a tutela della salute dei magistrati, stagisti e personale amministrativo".
Dopo di lei ha preso la parola, in rappresentanza del Csm, il magistrato dell'Ufficio studi Arturo Avolio, quindi Maria Casola, in rappresentanza del ministro della Giustizia Bonafede che ha illustrato quanrto fatto dal Ministero di via Arenula negli ultimi 12 mesi.
Leonida Primicerio, Procuratore Generale presso il Tribunale di Salerno ha ricordato nel suo intervento alcune novità previste nella legge di Bilancio 2021 che interessano la giustizia e la sua amministrazione quale il rimborso delle spese legali agli imputati assolti.
Ultimo a prendere la parola, il presidente dell'Ordine degli avvocati, Silverio Sica che se da un lato ha riconosciuto all'emergenza pandemica la spinta ad adottare forme e mezzi burocratici e di merito all'interno dei Tribunali che in situazione normale avrebbero avuto bisogno di decenni per essere introdotte, ha altresì sottolineato "la perdita dell'indispensabile contatto umano nei rapporti professionali" ed anche "la grande sofferenza dell'avvocatura che ha visto lo stravolgimento delle consuete forme dell'attività professionale e che è stata lasciata sola nella gestione del quotidiano" e ciononostante "ha dato il suo contributo mantendendo il suo indispensabile ruolo, a dispetto di regole farraginose, contraddittorie, generiche se non inapplicabili".
Le conclusioni sono state affidate alla presidente Russo che, facendo proprie le parole del presidente Mattarella ha ribadito che "L'auspicio più sentito è quello di riprendere gli stili di vita e di lavoro abituale, riallacciare il tessuto relazionale che è essenziale per progettare modelli organizzativi che siano funzionali a migliorare l'efficienza della giustizia del distretto e non solo a garantire quel minimo di presidio di legalità consentito da un contesto su cui incombe il rischio epidemiologico: ci manca il respiro culturale che viene da questi confronti e da queste contaminazioni".