Inaugurazione surreale anno giudiziario L’assenza è scontata, l’ex procuratore capo Apicella non c’è ma si parla comunque di lui. I temi principali non sono i problemi e i tempi della giustizia o le riforme da attuare. Quest’anno l’argomento caldo è un altro. Inevitabile l’accostamento con il caso Apicella, l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Salerno si svolge in un clima quasi surreale dopo la bufera che ha travolto le procure di Salerno e Catanzaro. “La non perfetta conoscenza degli atti giudiziari mi impone di tenere il massimo riserbo sulla vicenda” dice il presidente facente funzioni della Corte di Appello di Salerno, Matteo Casale, che aggiunge, richiamando Piero Calamandrei, “la giustizia, come tutte le divinità, si manifesta solo per chi ci crede”. A seguire l’intervento del componente del Consiglio Superiore della Magistratura, Ciro Riviezzo, che dice “sono qui a Salerno per ribadire l’autorevolezza del Csm nel controllo e nella difesa della magistratura”. In rappresentanza del ministro della giustizia Alfano, Antonio Laudati afferma “la giustizia è come la luce, quando si spegne o si affievolisce manca qualcosa di importante”. Dirompente l’intervento di Americo Montera, presidente dell’ordine degli avvocati di Salerno. “Abbiamo bisogno di verità dopo una tempesta in una bottiglia sigillata – dice Montera riferendosi al caso Apicella. Nella nostra provincia siamo al collasso per carenza di personale, le sentenze in Italia non hanno valore all’estero come si capisce dal caso Battisti”. Infine Gaetano Sgroia, presidente della sezione salernitana dell’Associazione nazionale magistrati, precisa che “Salerno non è Catanzaro, sui magistrati salernitani si è discusso solo del metodo di elaborazione del provvedimento adottato mentre per quelli catanzaresi si è ipotizzata la ben più grave violazione di specifiche disposizioni normative”. All’anno giudiziario non ha preso parte la camera penale salernitana.
Inaugurazione surreale anno giudiziario
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