La morte di Nicola Marra, un ragazzo di vent’anni della Napoli bene dopo una notte da sballo in discoteca, ha già scatenato analisi sociologiche sui contesti familiari ed urbani, discussioni sulla psiche dei giovani, commenti da strapazzo su Facebook. Se ci fermiamo un attimo, però, ritroviamo la tragedia di una mamma e di un papà che hanno perso il loro figliolo, lo sconforto e l’impotenza che accomuna anche gli amici al dramma di una famiglia che, in queste ore, vuole soltanto capire. Limitandoci alla cronaca dei fatti di Positano, vi possiamo solo dire ciò che finora sappiamo: e cioè che Nicola Marra è caduto da un dirupo facendo un volo di decine di metri; che sul luogo da cui è caduto ci è arrivato a piedi dopo essersi allontanato da una nota discoteca di Positano; che come riferito dagli amici aveva sicuramente alzato un po’ troppo il gomito e che forse non si sentiva bene, poiché è stato visto e poi ripreso da alcuni sistemi di videosorveglianza senza la camicia indosso, che anzi portava alla bocca come per tamponare qualcosa o forse per provocarsi il vomito e liberarsi dall’alcol in eccesso. Se avesse assunto anche altre sostanze non lo si può dire con certezza: saranno i medici legali incaricati dalla Procura di Salerno ed i periti di parte a stabilirlo dopo l’esame autoptico. Nel frattempo, l’ipotesi per la quale il pubblico ministero Luigi Cannavale ha inteso procedere è quella del decesso per cause determinate da altro delitto. Tradotto, l’inchiesta dovrà appurare se Nicola si sia sentito male perché qualcuno gli ha dato qualcosa, da bere o ingerire, e quindi se la sua caduta dal parapetto del sentiero di Positano ed il tonfo in quel dirupo possa essere stato determinato da circostanze estranee al caso o alla volontà del ragazzo. Ipotesi, soltanto ipotesi. Di questo possiamo parlare oggi e di nient’altro. https://www.youtube.com/watch?v=SBiftcio0jU
Indagini e tante ipotesi per la morte di Nicola Marra, in un dirupo a Positano
152
articolo precedente