Indagini sulla Nappi Sud: acquisite immagini di sistemi di videosorveglianza per capire l’origine del rogo. Non sarà facile venire a capo delle cause dell’incendio alla Nappi Sud. Se c’è stato dolo, le cose sono state fatte per bene. Lo si deduce dal fatto che le forze dell’ordine siano state spinte ad acquisire le immagini di videosorveglianza presenti nell’area contigua allo stabilimento per la lavorazione dei rifiuti. Gli agenti del commissariato di Battipaglia, agli ordini del vicequestore Imma Acconcia, stanno facendo un lavoro serrato, con il coordinamento del pm Marinella Guglielmotti. Molto dipenderà dalla relazione che i Vigili del Fuoco faranno una volta domate le fiamme. Le ipotesi restano tutte valide, nessuna esclusa. E questo è il secondo indizio sulla complessità del caso. Non si può dire, infatti, che il rogo sia partito dall’interno (si era pensato alla palazzina uffici per un corto circuito) ma nemmeno con certezza che l’incendio abbia avuto origine dall’esterno. La pista del dolo porta ad una bottiglia incendiaria- o qualcosa di similare- lanciata verso i capannoni dove erano stoccati cartoni pressati e legno pronto per essere trasformato in pedane. Insomma, materiali facilmente infiammabili che hanno preso fuoco all’istante. I capannoni interessati sono distrutti ed ancora sotto stretta osservazione: i caschi rossi stanno procedendo con incendi controllati per esaurire la forza di combustione dei materiali. Impossibile non collegare questo incendio con l’altro- esattamente un anno fa- che avvolse una parte dello stabilimento della Sele Ambiente. Sono due delle decine di piattaforme per i rifiuti presenti nella Piana del Sele, per tonnellate di immondizia trattate e milioni di euro per volume d’affari. Un aspetto della gestione della spazzatura dalle nostre parti su cui sarebbe necessario accendere più di un riflettore.
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