L’anno prossimo si chiude il piano strategico nazionale noto come Industria 4.0. In tre anni, il sistema Paese ha guadagnato in competitività, aprendo la strada a nuovi scenari internazionali. Questo vuol dire sviluppo, produzione di ricchezza ed occupazione. All’Università di Salerno un dibattito a più voci vede tra i protagonisti il rettore Vincenzo Loia, il Segretario Generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano, il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia. La Quarta Rivoluzione Industriale su fonda su parole chiave come Cambiamento, Discontinuità, Digitalizzazione, Apertura, Imprenditorialità e Contaminazione. Proprio la parola “contaminazione” è il filo rosso degli interventi coordinati dal Vice Direttore del Corriere della Sera, Venanzio Postiglione. «Occorre coniugare crescita ed interesse generale del Paese», ha detto ancora Boccia. E se per il sindacato «occorre accompagnare la sfida del digitale con un parallelo e grande investimento sul capitale umano», l’Università rivendica il proprio ruolo nella cabina di regia. Il Ministro Giuseppe Provenzano ricorda i trascorsi da ricercatore all’Università di Salerno e dice che «Industria 4.0 non è uno slogan ma una realtà concreta». «Attraverso l’innovazione il lavoro in tutte le sue forme può e deve cambiare». Per il Sud è un’opportunità concreta da cogliere, guardando prima di tutto a giovani e donne.
Industria 4.0, dibattito ad UniSa con il ministro Provenzano
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