Inietta farmaco letale, medico accusato di omicidio. Altri 11 indagati

Redazione

Avrebbe provocato il decesso di un giovane mediante la somministrazione di un un farmaco letale. L’accusa per il dirigente medico, finito agli arresti domiciliari, è di omicidio volontario, ma la Procura di Salerno gli contesta anche truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, peculato, falso e cessione di farmaci ad effetto stupefacente. Accusati di questi reati, nella stessa inchiesta, condotta dai carabinieri del Nas di Salerno, risultano indagati, e per questo sospesi dalla professione per 12 mesi, altri tre dirigenti medici, tre infermieri professionali, tre operatrici addette all’assistenza dei pazienti ed un agente tecnico, tutti in servizio presso l’Unità Operativa Medicina del Dolore, Cure Palliative OSPIS “Il Giardino dei Girasoli” e presso l’Unità Operativa di Medicina Legale del distretto 64 di Eboli. L’attività investigativa è stata avviata dopo la denuncia, fatta dall’Asl, di sottrazione di medicinali. E’ stato ascoltando le conversazioni telefoniche dei primi indagati, che gli inquirenti hanno appresso della volontà del medico di somministrare del farmaco letale ad un giovane paziente affetto da una gravissima patologia. «Apprezzo il tuo coraggio, io non ce la farei» dice al telefono il collega del medico accusato di omicidio colposo. E’ il 18 gennaio 2018. Al giovane, un 28enne residente a Battipaglia, sono iniettati 60 milligrammi di Razolan. «Un’azione non richiesta dai familiari, che pensavo ad una morte naturale» ha chiarito più volte in conferenza stampa il procuratore Luigi Cannavale. L’esame autoptico ha attestato che quella dose avrebbe provocato la morte anche in un paziente sano e che fu causa esclusiva della morte del giovane. «All’interno di quella struttura pubblica l’attività professione era una optional» ha denunciato Cannavale. Gli indagati non eseguivano le visite domiciliari ai malati terminali, si allontanavano dal luogo di lavoro e si appropriavano dei farmaci del distretto utilizzandoli per la loro attività privatistica.

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