Fare presto.
L’imperativo di queste ore a Casamicciola è questo: presto perché le condizioni climatiche non saranno clementi a lungo con i soccorritori, presto per mantenere accesa la speranza di poter salvare i quattro dispersi che ancora mancano all’appello dopo il ritrovamento di 8 vittime.
Tanti sono al momento i corpi ritrovati: nel fango che ha devastato il comune ischitano sabato mattina, le squadre hanno estratto l’ottava vittima dell’alluvione: si tratta di Michele Monti, un ragazzo di 15 anni, fratello di Francesco e Maria Teresa, i cui corpi erano stati ritrovati ieri.
I vigili del fuoco – sull’isola operano in 160 con 70 mezzi giunti da Campania, Lazio, Toscana, Abruzzo, Puglia, Molise – continuano a cercare i corpi dei loro genitori. Gli altri due dispersi sono presumibilmente il compagno di Eleonora Sirabella, la prima vittima ritrovata, e di un’altra giovane donna: lo ha riferito il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, al termine della riunione del Ccs.
I feriti restano ufficialmente 5, e gli sfollati 230. Per loro le squadre di volontari con le vanghe stanno liberando gli accessi alle case per consentirgli di recuperare una parte delle loro cose.
Sul versante delle indagini, le prime domande alle quali la Procura di Napoli vuole dare una risposta riguardano le abitazioni travolte dall’alluvione e presenti in quell’area: se fossero abusive e se dovessero essere demolite. Perché sono in tanti (anche un ex sindaco del comune isolano che il 22 novembre aveva scritto sottolineando il pericolo idrogeologico al prefetto di Napoli, al commissario prefettizio, al sindaco Manfredi e alla Protezione Civile Campania, senza ricevere risposte), a dire che questa era una tragedia annunciata.