Chi ne fa di tutti i colori, può combinare guai ma anche disegnare arcobaleni di speranza. Purtroppo, il Governo – due fazioni contrapposte anche nell'emergenza, che Mattarella inutilmente cerca in tutti i modi di richiamare all'unità – ne sta facendo di tre colori, col Premier Conte versione Vigile Urbano e un nuovo decreto che sta per uscire a forma di semaforo. Da domani, 5 novembre, fino al 3 dicembre l'Italia sarà divisa in tre aree: zone rosse, quelle ad alto rischio di contagio, arancioni – rischio intermedio – e verdi, dove il rischio è contenuto. Di concerto con il Comitato Tecnico Scientifico, ci si basa su indicatori e valori connessi ma è chiaro che la decisione non potrà mai essere prodotta da un algoritmo: sarà comunque una decisione politica. Ebbene, al momento pare che in zona rossa dovrebbero essere inserite Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Valle d'Aosta. Le prime bozze del nuovo Dpcm venute fuori già ieri sera hanno provocato i primi sussulti, in Campania soprattutto, dove la gente chiedeva e si chiedeva: "ma non eravamo secondi solo alla Lombardia come contagi? Ma non eravamo prossimi alla saturazione delle terapie intensive? Era solo un brutto sogno e ci siamo svegliati?".
Belle domande, da girare a Roma, con la Campania attualmente parcheggiata in zona arancione con Puglia, Sicilia, Liguria e Veneto. Naturalmente, i Governatori hanno chiesto che la valutazione del rischio epidemiologico venga fatta in collaborazione con i dipartimenti di prevenzione regionali. Il minimo. Ci sarà quel "coinvolgimento" promesso dal Premier? Vedremo. Qui non si tratta solo di problemi legati ai ristori da distribuire alle varie categorie produttive, insomma in ballo non ci sono soltanto soldi: in ballo c'è la salute di quei cittadini che, campani o lombardi, toscani o calabresi, sono tutti indiscutibilmente italiani, per cui indiscutibilmente degni di attenzione, in un momento a dir poco delicato. Nell'attesa che si faccia chiarezza, ricordiamo che in tutta Italia da domani scatta il “coprifuoco” dalle 22. alle cinque del mattino. Sarà dunque vietato uscire di casa, salvo motivi di salute o lavoro. Alle scuole superiori, didattica a distanza al 100%. Per quanto riguarda il trasporto pubblico, è prevista una capienza dimezzata: 50 per cento su bus, metro e treni regionali. I centri commerciali resteranno chiusi nei weekend e nei giorni festivi. Stop anche a musei, mostre, sale bingo e crociere. Vengono sospesi i concorsi, eccezion fatta per quelli che riguardano il personale della sanità.