E’ arrivata la sentenza della Corte dei Conti della Campania, in sede giurisdizionale, che ha accolto pienamente le tesi svolte dalla difesa di Italo Voza, ex sindaco di Capaccio, in relazione alla vicenda del ristorante Nettuno nei templi di Paestum. La sentenza confuterebbe le tesi esposte nell’atto di citazione dalla Procura Regionale della Corte dei Conti, che aveva ritenuto che il compendio immobiliare, definito da 80 anni posto di Ristoro e comunemente “RISTORANTE NETTUNO” fosse ancora di proprietà comunale. Con la conseguenza della configurazione di un danno erariale in rapporto ai canoni di fitto posto da familiari dell’ex sindaco Voza. La sentenza documenta che gli amministratori comunali nel corso degli anni, ed in particolare Voza, hanno correttamente operato, ritenendo che la proprietà fosse stata trasferita all’Ente per le Antichità ed i beni archeologici della Provincia di Salerno. Secondo la Corte il trasferimento della proprietà è stabilito già nel Regio Decreto che nel 1934 fornì all’Ente per le Antichità la dotazione immobiliare per poter funzionare. Proprio il Regio Decreto, in accoglimento delle tesi svolte dagli avvocati Gaetano Paolino e Mario D’Urso, è stato ritenuto dalla Corte dei Conti atto con valenza, tanto da non rendere necessario da parte dell’Ente per le Antichità accettare tramite atto pubblico il trasferimento unilaterale del bene effettuato pacificamente dal Comune di Capaccio sin dal 1932. Le questioni affrontate dalla Corte dei Conti chiariscono i dubbi sull’attuale gestione del posto di ristoro, tenuto conto che, almeno in parte, la citazione contabile ha inciso sugli esiti delle recenti elezioni comunali a Capaccio.
La Corte dei Conti “assolve” Voza, ex sindaco di Capaccio
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