La Divina che si sbriciola è un affronto alla natura e, soprattutto, una Spada di Damocle sulla testa degli abitanti di un posto incantevole quanto fragile. The day after, ad Amalfi, è un raccontarsi le proprie esperienze con il tipico sollievo dei sopravvissuti. Si, perché poteva andare molto peggio di come è andata: i costoni rocciosi che si staccano dalle pareti, in passato, hanno già seminato vittime. Quel timore che serpeggiava tra i costierani – che qualcuno fosse rimasto travolto dai macigni – è stato alla fine fugato dai Vigili del Fuoco che ieri – come ci ha confermato stamani in rassegna stampa il Vigile Coordinatore Nicola Manzi – hanno lavorato senza pause per ore, tanto che le squadre hanno fatto rientro in caserma non prima delle 23,00. Una maxi-operazione che ha visto in campo tanti uomini e mezzi dei Caschi Rossi, perché oltre alle squadre ordinarie sono intervenuti anche i gruppi speciali per il movimento terra, oltre ad esperti in topografia per la necessaria mappatura delle aree interessate dalla frana oltre che di quelle a maggior rischio, col supporto inoltre di personale addetto al pilotaggio dei droni.
Sono stati tratti in salvo alcuni nuclei familiari che erano rimasti intrappolati nelle proprie abitazioni e contestualmente sono state fatte ricerche a tappeto per accertarsi, appunto, che non vi fossero persone sotto il terriccio e i pesanti macigni venuti giù. Sono state sgomberate sette unità abitative ed è stato interdetto l'accesso a strade interessate dalla frana, ad alcune attività commerciali e ad una chiesa. Il prosieguo delle operazioni consiste ora nella messa in sicurezza delle pareti rocciose, con le opportune indagini diagnostiche affidate ai tecnici del Genio Civile.