Otto anni. Un lasso di tempo mica da ridere, per noi umani? In otto anni, un bimbo diventa cittadino-elettore, un signore attempato diventa anziano, insomma non stiamo parlando di otto giorni o mesi. Stiamo parlando di otto anni, un periodo in cui alcune persone hanno sofferto le pene dell’inferno, la gogna mediatica, il j’accuse a prescindere da parte dell’opinione pubblica che tante volte, troppe volte si schiera e punta il dito senza conoscere la realtà dei fatti. Nel nostro TG, due storie diverse ma simili. La colata di fango su Pasquale Aliberti, uscito dalla melma pulito ma inevitabilmente ferito. Assolto con formula piena perchè il fatto non sussiste. E ora? Quanto sarà lunga la coda di quelli che gli dovranno chiedere scusa? Nel Cilento due imputati, accusati di aver rubato farmaci salvavita, anche loro assolti con formula piena, anche loro al termine di 8, lunghissimi anni di udienze. I capi d’accusa erano diversi, ma si tratta di due capitoli dello stesso libro. I tempi della Giustizia non sono adeguati ai tempi moderni, il problema è che non sono adeguati nemmeno alla vita degli esseri umani. Diciamo che uno squalo della Groenlandia – che mediamente campa circa 400 anni – può aspettare otto anni prima di avere giustizia, che vuoi che siamo otto anni per lui, o per una testuggine africana che non vive meno di 300 anni. Restando in tema di animali, questa Giustizia “a passo di tartaruga” rischia di lasciare ferite profonde sulla pelle di persone innocenti, profonde e dolorose quanto una condanna.
Otto anni di processi, ma anche di umiliazioni, prima dell'assoluzione. Tutto questo è normale?
La Giustizia “lentopede” che lascia ferite insanabili
E' successo a Pasquale Aliberti, ma anche a due cilentani accusati di furto
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