Mostrandovi le immagini dell’operazione time Break, risalente a quattordici anni fa, già ieri abbiamo cercato di mettere a fuoco come lo scacchiere della droga a Salerno sia cambiato nel corso dei primi due decenni degli anni duemila. A mettere sulla buona strada gli investigatori, oggi come allora, sono i consumatori abituali di sostanze stupefacenti. E’ dai loro movimenti, dalle loro conoscenze, dai loro luoghi e- purtroppo- anche dalla morte di qualcuno per overdose che poi si riesce a risalire le catene dello spaccio- sempre più simili alle classiche catene di Sant’Antonio senza mai un approdo certo- a mappare le piazze in cui le dosi vengono smerciate e quindi a capire come muta la geografia criminale. Dal decesso di un uomo per overdose, la Mobile nel 2003 aprì un varco e riuscì a beccare il gruppo che ruotava attorno a Ciro e Gennaro Caserta, di cui Ciro D’Onofrio era nipote. Il più che ventenne D’Onofrio, da allora, sarebbe finito più volte in galera, ma il punto è un altro: gettando lo sguardo oltre questo regolamento di conti che è stato definito anche messaggio spot per la criminalità locale, ci si deve interrogare su come sia cambiata Salerno: senza capi riconosciuti, senza una guida forte dopo la disarticolazione dei vecchi clan sul finire degli anni ’90, si fanno strada gruppi minori, autonomi, a tratti violenti. Dalle ceneri dei sodalizi Panella-D’Agostino e Grimaldi è emersa una giungla di capi e capetti, ognuno con la sua zona, ognuno con la sua specialità: droga, certo, ma anche piccole estorsioni ed usura, per non parlare del riciclaggio. Se restiamo solo sulla questione degli stupefacenti, azzardare una mappa geografica dello spaccio è come scoprire l’acqua calda: basta guardarsi intorno per capire che una cosa sono le zone collinari (da cui D’Onofrio proveniva) e dove gli assetti sono sempre magmatici, le gerarchie fluide e per questo si spara pure. Altra cosa è il centro storico, dove gli affari di malavita si fanno in nuclei ristretti, a conduzione familiare ed altro ancora sono quel grande serbatoio di umanità e possibile disagio rappresentato dai rioni orientali: a Sant’Eustachio è arrivata gente da tutti i quartieri di Salerno e lì si è creato un quartier generale indipendente, capace di scalzare anche Pastena e Mariconda, rivestendo un ruolo importante per le droghe classiche, leggere e pesanti. Infine, c’è la zona della Movida e dei locali: qui il consumo è più “raffinato”; il fumo non manca mai, la cocaina pure e poi c’è il fenomeno delle droghe innovative e sintetiche. https://www.youtube.com/watch?v=3fUScLPA9DY
La mappa dello spaccio e la nuova geografia criminale a Salerno
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