I primi interventi riguardano la parete rocciosa

La Procura di Salerno ha dissequestrato l’area del costone Vagliendola ad Amalfi

Frane a Vietri ed Amalfi: corsa contro il tempo per ripristinare la viabilità
Girolamo Budetti

La Procura di Salerno ha dissequestrato l'area del costone Vagliendola di Amalfi, dove c'è stata una frana il 2 febbraio scorso. Era stato il sindaco Daniele Milano a chiedere ai magistrati che indagano su crollo di poter intervenire con la chiodatura ed il fissaggio delle reti corticali, prima di ricostruire la sede viaria all'altezza di Via Annunziatella. Incassato il via libera, si pensa al cronoprogramma per la conclusione dei lavori, sostenuti da Anas e Regione, prevista per gli inizi di giugno, con la prima parte della stagione turistica comunque compromessa.

I primi interventi riguardano la parete rocciosa, poi si passerà ai lavori di ricostruzione della Statale 163 Amalfitana. Pronta anche la gara per la messa in sicurezza dei circa 400 metri quadrati del costone “Vagliendola”, per un'altezza di 25 metri circa. Costo: 180mila euro. Il Comune di Amalfi ha definito con l'Anas l'organizzazione dei cantieri e della sorveglianza da attuare nei prossimi giorni.

Va avanti anche il lavoro della Procura, dopo il sopralluogo ad Amalfi del consulente tecnico incaricato, il professore Settimio Ferlisi, la cui relazione guiderà i magistrati che stanno indagando sulla frana staccatasi il 2 febbraio dopo copiose piogge. Docente del Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Salerno, Ferlisi è chiamato ad esprimersi sulle cause del grosso movimento franoso: tra le ipotesi, ci sono quelle della cattiva manutenzione e della non corretta esecuzione di alcuni lavori recenti.

Discorso a parte merita la frana di Vietri, lungo Via Croce: qui si lavora con i rocciatori per rimuovere i materiali pericolanti ma già si pensa ad un parziale ripristino della carreggiata per inizio marzo e – salvo imprevisti- alla completa riapertura della strada per inizio aprile. Lavori che costeranno non meno di 400mila euro e di cui dovranno farsi carico in parte i proprietari del costone franato.

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