«Salviamo la stagione, che nessuno resti indietro» è l'accorato appello rivolto alle istituzioni

La protesta degli operatori del Turismo campani

I rappresentanti del Coordinamento turistico di Amalfi, Capri, Ischia, Pompei e Sorrento fanno sentire il loro grido d'aiuto
Michele Masturzo

«Che a morire sia il Covid, non il lavoro» è lo slogan scelto dai rappresentanti del Coordinamento turistico di Amalfi, Capri, Ischia Pompei e Sorrento che ieri, nel giorno della festa dei lavoratori, sono scesi in piazza a Pompei.

Dagli imprenditori che gestiscono le strutture ricettive ai lavoratori stagionali, dagli chef stellati agli operatori del trasporto turistico in tanti si sono ritrovati nella città mariana per rappresentare il disagio di un comparto che in Campania, prima della pandemia, era uno degli elementi trainanti dell'economia regionale e che oggi vive uno stato di crisi profonda. Ripartenza sicura, certezza sui ristori e campagna vaccinale sono tra gli argomenti principali riguardo ai quali chiedono rassicurazioni.

Cinque “piazze forti” della proposta turistica campana (Amalfi, Capri, Ischia, Pompei e Sorrento) hanno voluto fare sentire la loro voce tramite un presidio tenutosi sotto la sede del Comune di Pompei, a ridosso del santuario della città mariana, per spiegare che la filiera turistica scende in pizza per il sostegno alle famiglie, la dignità dei lavoratori di tutto il comparto e del trasporto turistico con l'obiettivo di arrivare ad una ripartenza in sicurezza.

«Salviamo la stagione, che nessuno resti indietro» è il messaggio contenuto in un volantino redatto dal Coordinamento turistico che ha portato a Pompei quasi 150 operatori del settore provenienti dalle cinque città della Campania.

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