La provincia di Salerno crocevia della ricettazione delle opere d’arte

Redazione

Che la provincia di Salerno sia uno dei crocevia italiani del traffico internazionale di opere d’arte appare ormai un dato di fatto. Opere provenienti non solo dal nostro Paese, ma anche dal Medio Oriente e dall’Africa mediterranea. Seguendo le tracce dei furti e dei ricettatori si è arrivati spesso nel napoletano, ma negli ultimi tempi con cadenza puntuale anche nelle ville e nelle strutture di lusso delle penisole sorrentina ed amalfitana. Il precedente più clamoroso ed immediato è quello del bassorilievo di Renato Guttuso, diventato per gli investigatori un autentico rompicapo. I Carabinieri della Compagnia di Amalfi lo individuano nelle intercettazioni di una banda di ladri che ha poca confidenza con le opere d’arte, tant’è che il Guttuso diventa nei loro discorsi “Gattuso”, con un effetto comico che solo la fantasia di maestri del cinema come Mario Monicelli avrebbe potuto immaginare. Ed invece, qui è tutto reale, altro che film: quel bassorilievo trafugato l’estate scorsa dalla villa di un medico napoletano è un’opera d’arte quotatissima, del valore compreso tra i 500 ed i 700mila euro. Ma finisce su un mercatino di provincia dopo essere stata piazzata dai ricettatori per appena 140 euro. Tanto è bastato, ai Carabinieri della Compagnia di Amalfi, per mettersi sulle tracce dei ricettatori dell’opera del Maestro siciliano e per risalire all’intera banda- sei uomini- specializzata nel saccheggio delle abitazioni costiere di facoltosi professionisti. Il primo ad essere individuato è Vincenzo Apicella, noto negli ambienti dei furti d’arte: poi nella rete finiscono i sodali e gran parte della refurtiva. Quasi tutto: tranne quel bassorilievo di Guttuso, finito nelle mani di chissà quale collezionista e dove. Ma il filone della costa d’Amalfi è solo uno dei possibili per chi tratta opere d’arte rubate: ha fatto scalpore, esattamente un anno fa, anche il furto del tesoro di San Pantaleone dalla Basilica di Vallo della Lucania. Sempre in estate, dopo mesi di accurate indagini fatte incrociando immagini e tabulati telefonici, è stato necessario un mandato d’arresto europeo per acciuffare cinque rumeni, i raffinati autori del colpo che in poche ore riuscirono a portare all’estero i monili in oro donati nei decenni dai fedeli ex voto. I Carabinieri, però, hanno recuperato tutto, restituendo il tesoro al Vescovo Mons. Ciro Miniero, che celebrò una messa di ringraziamento il 25 luglio in un’affollatissima cattedrale. https://www.youtube.com/watch?v=gmmm6TuJi_4

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