Nove giugno 2019: una colonna di ambulanze con sirene spiegate percorre le strade di Capaccio Paestum per celebrare la vittoria elettorale di Franco Alfieri. Sei anni dopo, quell’episodio diventa un tassello chiave nell’inchiesta che ha portato ieri agli arresti per scambio elettorale politico-mafioso. Gli investigatori della Dia e della Dda di Salerno hanno ricostruito come quella manifestazione, organizzata dall’imprenditore Roberto Squecco attraverso la Croce Azzurra (associazione poi radiata dall’ASL), rappresentasse la prova di un presunto accordo tra politica e malaffare. Secondo l’accusa, Squecco avrebbe garantito sostegno elettorale ad Alfieri e a Stefania Nobili – sua ex moglie ed ex consigliera comunale – in cambio di favori. Un sistema che sarebbe durato anni e che ora viene messo a nudo dalle indagini. I provvedimenti di ieri hanno portato Squecco in carcere, mentre Alfieri e Nobili sono agli arresti domiciliari. L’inchiesta prosegue per chiarire la portata di questi legami e i vantaggi reciproci che ne sarebbero derivati tra il 2019 e il 2025. Quella sfilata, all’epoca criticata per l’uso improprio di mezzi di soccorso, oggi assume un nuovo significato nelle carte degli investigatori: non più semplice esuberanza post-elettorale, ma possibile dimostrazione di un patto che univa affari e politica.
Dia e Dda ricostruiscono il patto Alfieri e l'imprenditore Squecco
La sfilata delle ambulanze che portò agli arresti
L'episodio del 2019 suscitò grande clamore
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