La speleologia ed i suoi appassionati

Redazione

Gli speleologi in Italia appartengono quasi tutti a due grandi famiglie, quella del Cai e quella della Società speleologica italiana. Due famiglie che fanno scuola e preparano a un’attività che richiede capacità fisiche e conoscenza. Sono qualche migliaio in tutta Italia a praticare la speleologia. Un’attività – dicono gli esperti – che unisce agli sspetti sportivi (da facili a molto difficili, come nell’alpinismo), anche aspetti di ricerca ed esplorazione: ci sono, anche in Italia, ancora grotte inesplorate, tratti di cavità non conosciuti. Non c’é una categoria professionale legata agli speleologi. Solo un piccolo gruppo di loro, forse una decina in tutto, si occupa “per lavoro” di grotte. Gli incidenti, in questo campo, sono relativamente rari e raramente hanno esiti fatali: sicuramente nelle viscere delle montagne ne accadono meno di quelli che si verificano andando in montagna all’insù. Chi vi si dedica è normalmente gente preparata che sa affrontare le situazioni più difficili. Un fatto come quello accaduto ai tre speleologi pugliesi può accadere con relativa facilità: i canali ed i passaggi che portano alle grotte si possono riempire d’acqua a causa delle piogge intense. Nei posti dove si sa che questo può accadere si cerca di non andare d’inverno, ma anche d’estate un temporale è sempre possibile… In questi casi si rimane bloccati e bisogna attendere che le acque scendano. I rischi maggiori sono l’ipotermia e l’abbassamento delle riserve energetiche per mancanza di cibo.

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