Il mare viene a va, portandosi via per poi restituirlo sul bagnasciuga quel poco che resta del litorale di Pontecagnano. Sono scheletri di cabine, penosi residui di stabilimenti balneari letteralmente cancellati, carcasse di animali, rami e tronchi d’alberi, immondizie raccolte per strada. La mareggiata, che suona come “amareggiata”, così si sente la gente del posto ma anche la gente che si trova semplicemente a passare da queste parti. I meno giovani, ricordano pure quella indiscrezione – col tempo rivelatasi leggenda metropolitana – relativa all’interessamento, qualche decennio fa, addirittura di Berlusconi, che si sarebbe detto intenzionato ad acquistare i suoli per costruire la “Rimini del Sud”. Poi, a balla sgonfia, venne fuori il progetto pista ciclabile. Inaugurazione in pompa magna, qualche ciclista di passaggio spinto più dalla novità che da altro, nulla più. Oggi, il tragitto serve alle prostitute a mo’ di vetrine di Amsterdam, giusto a completare il quadro del degrado a tinte fosche. Una fascia costiera, quella nel territorio di Pontecagnano, sempre più terra di nessuno, sempre più fiore appassito all’occhiello e sempre più nel mirino di malintenzionati, visto che diversi manufatti ormai cadenti, usurati e sgretolati dal tempo, sono diventate le abitazioni di soggetti, soprattutto stranieri, mai identificati che vivono di espedienti che nulla hanno a che fare con la legalità. Da Rimini del Sud ad Africa sub-sahariana del nord, il tutto nel più totale disinteresse di chi dovrebbe garantire quantomeno un minimo di vivibilità e dignità ad una zona che è pur sempre parte integrante della città.
Litoranea di Pontecagnano: altro che “Rimini del Sud”…
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