Lombardi e Acri, dieci in pagella

Redazione

Polito tra i pali, linea difensiva composta da Brunetti, Stendardo e Galasso. Centrocampo a 4: Soddimo, Carcuro, Cozza e Statella e lì davanti, con Pepe e Caputo, il Cavalluccio. Un 3-4-3 impreziosito da un bomber di razza che non segna gol ma che ha segnato la storia granata e – grazie al sacrificio economico di Lombardi – continuerà a farlo. Il diesse Acri ha battuto 10 colpi sul mercato, meritandosi il dieci in pagella, il Presidente ha messo la ciliegina sulla torta riportando il logo storico sulla maglia. Tanti petali freschi e colorati in una rosa che – naturalmente – non è priva di spine. Ecco, se proprio vogliamo trovarci qualche difetto – a questa campagna acquisti mirata e mirabile – c’è quello di non esser ancora riusciti a “piazzare” altrove qualche elemento in esubero. Soprattutto, è amarognola la vicenda che vede protagonista Re Artù, ormai ai margini di quella tavola rotonda che fu suo regno indiscusso. Re senza corona e senza spazio, il bomber di Rozzano ha raggiunto la squadra nel ritiro di Nocera Umbra per tenersi in forma in vista di un’eventuale cessione che resta problematica, per via dell’ingaggio troppo alto. Acri, finora, ha puntualmente raggiunto tutti gli obiettivi. Se riuscirà anche a trovare una collocazione a Di Napoli, meriterà anche la lode.

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