“Lombardi, vattene”, è il grido della folla delusa che suona tanto come il “crocifiggilo” di biblica memoria. “Lombardi, vattene”. E poi? Si avviano le operazioni di azionariato popolare? Magari, ci si potrebbe affidare a qualcuno di quelli che si sono candidati alla successione. Non molti, in verità. Nel menu, ci sarebbe una classica minestra riscaldata, cioè quel Murolo che – sotto le mentite spoglie di socio – non vedeva l’ora di scalzare l’amico dal trono e che ancora oggi deve dare diversi soldini alla società granata come allo stesso Lombardi. E chi non è abituato a saldare i debiti, figuriamoci se poi si abitua all’idea di tirare fuori i soldi da investire, tra ingaggi, spese di gestione e tutto il resto. Oltre alla minestra riscaldata, ci sarebbe un piatto sperimentale da nouvelle cousine, solo per palati fini: gli sconosciuti, ma già famosissimi “quattro amici al bar” di D’Odorico, pittoresco presidente di una squadra, quella del Gallipoli, che continua a giocare nonostante aspetti diverse mensilità arretrate. D’Odorico, affacciatosi da pochi mesi alla ribalta calcistica, ha scambiato il sistema-calcio per un reality-show e per farsi un po’ di pubblicità ha scelto l’uscita clamorosa che non avrà mai un seguito, probabilmente perché quei 4 amici pronti ad investire a Salerno non esistono nemmeno. Cercasi alternative, laddove per alternative intendiamo personaggi seri con progetti altrettanto seri, concreti e soprattutto lungimiranti. In bilico, non c’è soltanto la categoria ma il futuro della Salernitana. La vicenda va maneggiata con cura.
Lombardi, vattene. E poi?
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