“Se ti piace vincere facile, allora meglio non giocare” potrebbe essere uno slogan da lanciare in una società sempre più schiava del gioco d’azzardo, composta da un numero esponenzialmente crescente di famiglie ridotte sul lastrico a causa del gioco d’azzardo. Gli esperti lo avevano già previsto e così è stato: il 2024 appena salutato è stato l’anno record, qualcosa cone 160 miliardi di euro spesi dagli italiani in lotto, lotterie, gratta e vinci, slot machine e altre diavolerie che promettono vincite e ricchezze facili ma che – alla fine – risultano essere null’altro che un tesoretto per lo Stato. Gli ultimi dati fanno rabbrividire: in Italia, per ogni 60 persone ce n’è una che gioca regolarmente, quotidianamente, rincorrendo il sogno di una vita e rimettendoci magari lo stipendio appena preso, la pensione o quei risparmi accumulati in anni di sacrifici. La sensazione è che nelle stanze che contano, a Roma, abbiano aperto il recinto facendo scappar via i buoi, nulla è stato fatto di serio per arginare il fenomeno, se non passare la palla – decisamente avvelenata – alle Regioni, affinchè trovassero loro qualche soluzione per porre un argine. Non servono gli slogan, non servono gli appelli: le code che si formano quotidianamente davanti alle ricevitorie, alle sale slot, alle agenzie di scommesse sono sempre più lunghe, così come si ingrossano le fila di minori che tentano quotidianamente la fortuna direttamente on line.
Il 2024 è stato l’anno record, qualcosa cone 160 miliardi di euro spesi dagli italiani per tentare la fortuna
Ludopatia: in Italia, una persona su 60 gioca d’azzardo
Nessuna misura "seria" da parte del Governo Nazionale che preferisce lasciare "il cerino in mano" alle Regioni
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