Una folla immensa, nemmeno un brusio. Come se qualcuno avesse tolto l’audio al dolore. Solo silenzio, davanti alla Chiesa dei Salesiani, in attesa che arrivassero i feretri. C’erano tutti e tutti erano affranti perché amici della coppia, al di là di ruoli politici-istituzionali. Erano presenze sentite, sincere: volevano essere lì non perché fosse doveroso, ma per salutare per l’ultima volta Wilma e Mario, in un silenzio irreale. «Voglio credere, o mio Signore, che il tuo silenzio non esprima lontananza ma la tua vicinanza» – ha detto il Vescovo Emerito di Foggia, Don Vincenzo Pelvi – aggiungendo: «Ogni nostra lacrima la conservi e la custodisci e tu oggi piangi con noi. C’è troppa sproporzione tra le energie che profondiamo e il tempo che dedichiamo nei nostri progetti, in quel che facciamo in questa vita terrena e quell’attimo in cui questa vita finisce, così, improvvisamente. Troppa sproporzione per non credere che esista un qualcosa di troppo più grande di noi. La morte non è un muro – ha continuato Monsignor Pelvi – ma un ponte. Un esile, traballante ponticello che ci conduce da una sponda all’altra, dalla nostra esistenza terrena all’eterno amore, alla luce, all’amoroso abbraccio di Dio».
Tanti rappresentanti politici e istituzionali, tanti amici o semplici conoscenti per dire addio a Fezza e Valiante
L’ultimo saluto a Wilma e Mario
Toccante, l'omelia del Vescovo Emerito di Foggia: «La morte non è un murio, ma un ponte che porta a Dio»
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