Certo, non possiamo chiudere il Lungomare trasformandolo in isola pedonale, ma è stato il primo pensiero ieri, quando è giunta notizia dell’ennesimo investimento perché davvero non se ne può più. Non si può fare, naturalmente, si possono e si devono fare altre cose per mettere fine a questa triste storia a puntate, almeno una al giorno, con protagonisti diversi, stavolta addirittura spunta fuori il pirata della strada che non ha nemmeno l’istinto caritatevole di soccorrere l’uomo che aveva appena investito. Si possono e si devono fare altre cose, andando, se è possibile, al di là dei sistemi di controllo della velocità, degli impianti semaforici, dei dossi berlinesi ed altre misure allo studio o immaginate. Ci sarebbe da lavorare, e molto, sulla prevenzione. La scuola è sempre pronta a fare da sponda, a sposare iniziative volte alla promozione di corretti stili di vita, in questo caso dell’educazione stradale. Perché – come sottolineato da qualcuno – nonostante i lutti, sette in poco più di un anno, c’è ancora chi continua a guidare guardando il cellulare o chi parte a razzo appena scatta il verde al semaforo, come se la vita fosse un moto GP.
Lungomare, lì dove si dovrebbe passeggiare
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