Una settimana per abbattere le opere abusive, ripristinare lo stato dei luoghi e liberare le aree illecitamente occupate. La grotta dell’Annunziata, all’interno del porto turistico di Maiori, deve tornare ad essere bene da tutelare. Da anni, invece, oltre 25 era a disposizione di un imprenditore del posto, utilizzata per il rimessaggio delle barche e per la sosta delle auto a pagamento. I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli che giovedì mattina hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica, e notificato un avvio di indagine all’amministratore unico della società che gestiva parcheggio e rimessaggio delle imbarcazioni, torneranno in settimana in Costiera amalfitana per accertare che, come disposto dal giudice, l’area sia stata liberata. Nella grotta, bene vincolato in quanto ricadente in area marina demaniale del Parco regionale dei Monti Lattari e del sito Unesco della Costiera amalfitana, con all’interno affreschi di elevato pregio ed anche una cappella votiva, erano state realizzate opere abusive: strutture con tubolari in ferro mentre all’interno della cavità il piazzale era stato pavimentato. Costruita anche piattaforma in cemento e una scala in ferro. Sulla muratura della chiesetta c’erano poi catene di rinforzo. Dalle indagini è emerso che per oltre 25 anni la società ha operato in mancanza delle «apposite autorizzazioni valide ed efficaci» e in assenza di «qualsiasi titolo abilitante di natura commerciale».
Maiori, grotta sequestrata: usata per anni senza titoli
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