Sette giorni, una settimana esatta. E’ fissata per il 17 novembre l’udienza preliminare nel corso della quale verrà conferito l’incarico al perito che dovrà esaminare il cadavere in avanzato stato di decomposizione rinvenuto il 25 ottobre scorso in un casolare abbandonato, a Santa Tecla di Montecorvino Pugliano, al confine con Faiano.
Sarà il professor Alessandro Santurro, primario di Medicina legale del “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, e professore associato all’Università degli studi di Salerno, a condurre i delicatissimi esami su quel che resta della salma custodita da 25 giorni nella sala mortuaria del “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia.
Con lui il consulente tecnico nominato da Licia Vivaldi, pm titolare dell’inchiesta sull’omicidio e l’occultamento del cadavere, e quelli scelti dalle sette persone indagate – accusati a vario titolo dall’omicidio con occultamento al concorso e ai maltrattamenti, al sequestro di persona e all’uso indebito di strumenti di pagamento diversi dal contante – e dalle persone offese, ossia il papà della giovane, la madre e la sorella di Marzia Capezzuti, la giovane milanese che viveva nella casa popolare dei Vacchiano, in via Verdi di Pontecagnano Faiano, e che di lì è scomparsa la sera del 7 marzo scorso, alla vigilia del suo 29esimo compleanno.
L’esperto per prima cosa dovrà verificare se quello è davvero il corpo di Marzia.
Il 31 ottobre scorso, mentre la Procura s’apprestava a conferire al consulente l’incarico d’effettuare l’autopsia sullo scheletro, Pierluigi Spadafora , avvocato di Maria Barbara Vacchiano, del figlio Vito Vacchiano e del compagno Damiano Noschese s’era riservato di promuovere un’istanza d’incidente probatorio, richiesta che – oltre a bloccare gli accertamenti tecnici irripetibili – è stata accolta il 7 novembre.