Abbracci all’arrivo e dediche al momento del congedo. Nel mezzo, Mastella tiene fede alle premesse poste dal titolo del suo libro ed anche a Salerno, davanti ad una platea di fedelissimi neanche tanto nutrita, mostra il suo nuovo volto, quello di un Clemente solo di nome ma non di fatto. “Non sarò clemente” è una raccolta di memorie democristiane nella forma e nella sostanza del racconto, scritto con l’aiuto del direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco Demarco ed edito da Rizzoli. L’ex ministro della Giustizia rivendica per sé la patente dell’ultimo democristiano, cercando nel suo intervento di “sentire” la pancia degli ex diccì presenti al Grand Hotel Salerno, tutti nostalgici della balena bianca. Ma chi sono i personaggi verso i quali Mastella non è clemente nel suo libro? I primi sono i magistrati, colpevoli di essere autoreferenziali ed arroccati a difesa dei loro privilegi. A loro Mastella ascrive la sua caduta. Con al fianco i docenti Giuseppe Acone ed Ambrogio Ietto, oltre al presidente onorario della Corte di Cassazione Felice Scermino, Mastella dà corpo al ruolo di guastatore né tenero né clemente che si è imposto, rimandando al libro la folta aneddotica che svela un trentennio di politica italiana tra Prima e Seconda Repubblica, tra boom economico e recessione, tra entusiasmo e indifferenza. Infine, la conferma che a settembre tornerà la festa del Campanile Udeur a Telese, ma per fortuna in tono minore e più sobrio.
Mastella presenta Non sarò clemente
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