I matrimoni erano finti, ma per un «sì» servivano soldi veri. Dai 5 ai 10mila euro. L’obiettivo della messa in scena era permettere ad extracomunitari irregolari di ottenere il permesso di soggiorno in Italia. L’operazione conclusa questa mattina dai carabinieri della Compagnia di Battipaglia si chiama Unioni di Fede. Le misure cautelari ottenute dalla Procura di Salerno ed eseguite all’alba sono sette: 1 un carcere, 1 agli arresti domiciliari e 5 obblighi di dimora. Gli indagati sono 70. L’agenzia di falsi matrimoni attiva, stando a quanto afferma una degli indagati, dal 2013 faceva capo ad una 55enne, aiutata nel lavoro da tre figli, la sorella e la nipote ed un’amica di quest’ultima. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Elena Guarino, è partita nel settembre del 2016 dalla stazione dei carabinieri di Olevano Sul Tusciano. L’attività dell’organizzazione era diventata tanto nota che il reclutamento degli sposi era facile. Prevalentemente nella coppia era l’uomo lo straniero, quasi sempre marocchino. Chiuso il «gioco delle coppie» e stabilita la cifra da pagare, il matrimonio veniva celebrato e dopo poco, ottenuto il permesso di soggiorno, si procedeva anche con la separazione. I finti matrimoni celebrati dal 2013 ad oggi sono stati 21, principalmente nei comuni di Battipaglia, Eboli ed Olevano sul Tusciano, in un solo caso nel comune di Montecorvino Pugliano. In una occasione è stata accertata un falsa attestazione di paternità di una bambina, concepita da una delle indagate, al fine di far ottenere la carta di soggiorno al falso padre in cambio di 4mila euro.
Matrimoni con migranti per i permessi di soggiorno: settanta nei guai
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